sabato 5 settembre 2009

9. I Fenici

Quelli che i Greci chiameranno Fenici (che significa “rossi”) dal colore rosso-porpora delle loro stoffe, sono uomini di lingua semitica destinati a diventare giustamente famosi per avere inventato e diffuso l’alfabeto, ma anche per le loro qualità di navigatori, commercianti e raffinati artigiani. Originari della regione, che corrisponde al Libano di oggi, spinti da qualche difficoltà (crescita demografica? Frequenti momenti di scarsità? Minaccia da parte di altri gruppi?), i Fenici prendono presto la via del mare e, nel corso dei loro viaggi, hanno modo di esplorare le coste del Mediterraneo e conoscerne la natura e le popolazioni che vi abitano. Alcuni lignaggi decidono di insediarsi in aree costiere lontane dalla madre patria, che conoscono da tempo o che stanno scoprendo in quel preciso momento, scegliendole per le loro caratteristiche di fertilità, posizione e assenza di nemici temibili.
A bordo delle loro navi, dove hanno stipato i loro averi, questi uomini avventurosi partono per un viaggio comunque rischioso e forse senza ritorno. Certo avranno un’idea di dove dirigersi e si avvarranno di informazioni di quanti li hanno preceduti, ma l’occupazione di un territorio, a meno che non sia disabitato, dev’essere un’impresa ardua e possibile solo in mancanza di una grande potenza politica residente (BENGTSON 1989: 86-8). Esplode così il fenomeno delle colonizzazioni.
A partire da circa 4000 anni fa, i Fenici fondano, lungo le coste del Mediterraneo, numerose città, fra cui ricordiamo Ugarit, Biblo, Tiro e Sidone, in Siria, e, nell’odierna Tunisia, la celeberrima Cartagine (814 a.C.), che, a sua volta, fonderà colonie nella Sicilia occidentale e in altri luoghi. Le città fenicie sono solitamente rette da una “monarchia democratica” simile a quella ittita. I poteri del re sono limitati sia da quelli del sacerdote, sia da quelli di un Consiglio di anziani, che rappresenta gli interessi della popolazione più abbiente: commercianti, armatori e proprietari terrieri.
Pur senza trascurare l’agricoltura, i Fenici si distinguono come eccellenti fabbricatori di “oggetti di lusso” (gioielli, vetrerie, profumi, mobili incrostati di metallo e di avorio), che trasportano con le loro navi e scambiano con altri generi. Non sono inclini ad impegnarsi in imprese belliche, ma cercano di convivere pacificamente con le potenze del momento, cui si sottomettono, dichiarandosi disposti a pagare il tributo richiesto e ad offrire i propri servigi, pur di essere lasciati liberi.

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